Piano industriale nel porto ed eolico offshore «non sono due facce della stessa medaglia»
Pietro Vulcano (Io Resto a Co-Ro) puntualizza dopo la protesta di ieri a Schiavonea, una trappola per polarizzare l’opinione pubblica che rischia di appiattire il dibattito creando una schiera di sostenitori e di detrattori
CORIGLIANO- ROSSANO - Dopo la manifestazione contro il progetto eolico offshore, tenutasi ieri a Schiavonea, Pietro Vulcano, membro del gruppo Io resto a Corigliano-Rossano ha deciso di fare alcune precisazioni riguardo al tentivo, compiuto da una parte di manifestanti, di unire sotto un'unica voce dissidente le vicende relative a Baker Hughes e al parco eolico offshore.
«Questa manifestazione - ha dichiarato Pietro Vulcano - ha evidenziato una confusione ingiustificata tra due progetti distinti: la Wind Farm e l'iniziativa di Baker Hughes. È essenziale chiarire e mantenere separate queste due proposte, poiché differiscono significativamente per impatto ambientale, paesaggistico e ricadute economiche e sociali. Alcune delle critiche mosse a Baker Hughes sembrano essere alimentate da interessi politici, che mirano a disorientare l’opinione pubblica e a generare paure infondate. Pertanto, è necessario effettuare un’analisi obiettiva per comprendere le due questioni in modo razionale. Continuare con la retorica antiamericana, etichettando una multinazionale italo-americana come colonizzatrice, è inopportuno e offensivo per i tanti giovani che, in cerca di lavoro, aspirano a tornare a casa grazie a nuove opportunità».
Confusione tra progetti distinti
«Le accuse contro Baker Hughes - ha osservato - sono infondate e trascurano i benefici concreti che il progetto potrebbe apportare. Mentre la Wind Farm presenta significative problematiche ambientali e paesaggistiche e un limitato impatto occupazionale, il progetto di Baker Hughes rappresenta una reale opportunità di rinascita economica e sociale per Corigliano Rossano. L’installazione di turbine eoliche visibili dalla costa deturperebbe il paesaggio senza giustificare il sacrificio in termini di occupazione. Al contrario, la proposta di Baker Hughes ha un impatto diretto e positivo sul territorio, sia sul piano socio-economico sia per il know-how che porterà. Attraverso accordi strategici con la comunità, possono essere attivati percorsi di formazione altamente specializzati, come già avviene in altre aree in cui l’azienda opera».
Rispetto delle Normative Ambientali
«È fondamentale - va avanti - sottolineare che Baker Hughes rispetta le normative ambientali internazionali più rigorose. L’azienda ha dimostrato un forte impegno per la sostenibilità e la protezione del patrimonio naturale, garantendo che le sue attività non compromettano né l’ecosistema marino né la qualità della vita delle comunità circostanti. Affermazioni infondate e prive di prove concrete servono solo a generare paura e disinformazione. Baker Hughes adotta pratiche avanzate per la gestione ambientale, tra cui monitoraggio continuo degli impatti e strategie di mitigazione per preservare la biodiversità».
Problemi Logistici e Produzione
«La discussione sullo spostamento della produzione dal porto di Schiavonea - prosegue Vulcano - non ha giustificazioni valide, data la presenza di problematiche logistiche evidenti. La proposta di Baker Hughes ottimizza le risorse disponibili e rappresenta una soluzione strategica per il territorio. Non è un’eccezione negativa produrre strutture uniche nel porto di Corigliano Rossano; al contrario, questa diversità tecnologica rappresenta un’importante opportunità. Stiamo parlando di una multinazionale che pianifica a lungo termine e offre stabilità lavorativa, permettendo ai giovani di programmare la propria vita e ottenere mutui. Comprendere l’importanza di questo aspetto è cruciale per il futuro economico locale».
Creazione di Posti di Lavoro
«È ingiustificato affermare che un investimento di 60 milioni di euro porterebbe alla creazione di soli 30 posti di lavoro. Baker Hughes ha dichiarato che il progetto potrebbe generare circa 200 posti di lavoro diretti, senza contare l’indotto. Inoltre, l’azienda prevede di attivare scuole di formazione e percorsi altamente specializzati per garantire che il 100% della manodopera provenga da talenti locali. I posti di lavoro offerti saranno regolarmente retribuiti, rappresentando un’innovazione nella nostra area. Baker Hughes offre anche polizze assicurative sanitarie ai dipendenti, assicurando ulteriore stabilità economica. È importante notare che spesso si citano progetti alternativi, ma mancano informazioni concrete su chi li propone e sulla loro solidità economica. È lecito chiedere: quali sono questi progetti “top secret”? Senza dati concreti, si rischia di alimentare false speranze».
Benefici per i Pescatori
«Contrariamente a quanto sostenuto da alcuni critici, i pescatori non saranno i “agnelli sacrificali”; beneficeranno, invece, dell’indotto creato dal progetto. Si potrebbe sviluppare un turismo esperienziale legato alla pesca, promuovendo pratiche sostenibili e valorizzando le risorse marine. È tempo di dire la verità ai pescatori, evitando di usarli a fini propagandistici. Essi possono convivere con Baker Hughes e trarre vantaggio dall’indotto creato. Il porto, in condizioni attuali, manca di investimenti e rischia di languire sotto l’effetto della salsedine. I giovani sanno che non si può vivere di assistenzialismo; è necessario offrire alternative alla pesca per generare reddito da diverse fonti. È fondamentale riconoscere che i settori agricolo, turistico, diportistico e della pesca possono coesistere in armonia con l’industria, a condizione che questa rispetti l’ambiente. Il progetto di Baker Hughes può stimolare sinergie tra i vari comparti, contribuendo a un’economia locale più robusta e diversificata».
Un’Opportunità per il Futuro
«Il contesto economico di Corigliano Rossano - sottolinea ancora - è in profonda crisi, con settori come agricoltura, pesca e turismo che soffrono per infrastrutture inadeguate e concorrenza internazionale. La fuga dei giovani e la stagnazione del porto di Schiavonea sono problematiche serie. In questo scenario, il progetto di Baker Hughes non rappresenta solo un’opportunità di sviluppo locale, ma potrebbe fungere da catalizzatore per altre iniziative, migliorando le infrastrutture e stimolando l’economia. Il porto ha il potenziale di sfruttare pienamente la sua posizione strategica nel Mediterraneo, diventando un hub di riferimento. Senza progetti come questo, il nostro territorio rischia di languire. I dati sulla produzione agricola sono limitati e non possiamo sovradimensionare il porto solo in base a questi. L'industria deve coesistere con l'agricoltura, e piani industriali solidi permetteranno di programmare a lungo termine, superando le incertezze legate agli eventi atmosferici recenti».
Poi conclude: «È fondamentale che il territorio di Corigliano Rossano accolga e supporti progetti concreti come quello di Baker Hughes. Ignorare le evidenze e cadere nella trappola di polemiche infondate potrebbe costarci un’opportunità unica di rinascita economica e occupazionale. Solo con una visione chiara e condivisa possiamo aspirare a un futuro prospero, dove industria, agricoltura, pesca e turismo possano prosperare insieme, contribuendo al benessere della nostra comunità. La drammatica emorragia di giovani e il calo demografico delineano uno scenario preoccupante: invece di cercare soluzioni in una nuova provincia, è necessario invertire subito questa rotta. Siamo a un punto di svolta sotto ogni aspetto—politico, socio-culturale, economico e intellettuale. "Non possiamo aspettarci cambiamenti se continuiamo a fare le stesse cose"».