Cani in branco a spasso per la città, a Trebisacce si prospetta una nuova emergenza
Si registrano più avvistamenti di un branco composto da circa quindici cani, soprattutto di notte, alla ricerca di acqua e cibo. Attivate più volte le procedure di intervento che finora, però, non hanno portato alla cattura degli animali
TREBISACCE - La cittadina ionica potrebbe entrare in un'emergenza randagismo? É una possibilità concreta alla luce delle numerose segnalazioni che nei giorni scorsi sono giunte alla nostra attenzione, suffragate da una serie di testimonianze dirette e raccolte in rete.
Trebisacce finora ha sempre gestito il problema randagi, ma a quanto pare negli scorsi mesi il fenomeno è cresciuto esponenzialmente fino a diventare oggi una potenziale emergenza.
Un branco, inizialmente formato da cinque o sei cani, sarebbe cresciuto nel numero fino a triplicarsi, muovendosi nelle zone periferiche del paese, fino a spostarsi in alcuni punti del centro abitato.
Molti di questi cani sarebbero stati abbandonati nel periodo della pandemia, sarebbero cresciuti e si sarebbero accoppiati riproducendosi nella zona di viale del Lavoro, conosciuta gergalmente come "lo Stradone".
Nella notte di sabato e nelle prime ore del mattino di domenica 19 giungo un gruppo costituito da un cospicuo numero di esemplari avrebbe stazionato nel parcheggio di un noto supermercato sito all'ingresso del paese.
Nei pressi del parcheggio a volte si è registrato da parte alcuni incivili un significativo abbandono di rifiuti, che potrebbe essere la causa della presenza degli animali che si spingono nel centro abitato alla ricerca di cibo nelle buste della spazzatura.
Altre due zone in cui si è registrata la presenza del branco sono quella di Sant'Antonio, nei pressi del mercato coperto, e nella zona di San Martino, limitrofa al Centro storico. In entrambe le zone si tengono settimanalmente i mercatini rionali di frutta e verdura. Ovviamente gli spazi dopo i mercatini rionali vengono ripuliti ma forse la presenza di qualche residuo di, sfuggito all'azione cibo o di odori sopravvissuti alla di pulizia potrebbe aver attirato il branco.
La Polizia locale, che nei giorni scorsi ha ricevuto diverse segnalazioni, ha tempestivamente attivato più e più volte le procedure di intervento, contattando e interagendo con le realtà preposte alla cattura degli animali randagi, le quali, tuttavia non sono riuscite ad individuare il gruppo di animali, che si spostano più velocemente del tempo che intercorre tra una segnalazione e l'effettivo intervento.
Ovviamente, appare puerile ma forse necessario sottolinearlo, gli animali non hanno alcuna colpa della situazione, a meno che si voglia credere che l'istinto di sopravvivenza sia una colpa o qualcosa da cui debba provenire un diritto altrui a penalizzare una creatura vivente.
E' inoltre fondamentale sottolineare che non si registra alcuna forma di aggressione da parte degli animali verso l'uomo.
Così come non sono i cani abbandonati la causa del problema, ma bensì chi li abbandona, al tempo stesso i cani abbandonati sono vittime di questa situazione, proprio perché abbandonati a sé stessi.
Resta tuttavia la problematica, che non si risolve neppure attraverso un semplice intervento di cattura e di reclusione a vita, tranne alcuni fortunati casi, in un canile, luogo in cui esemplari di tutte le razze entrano e spesso non escono mai, nonostante il costante lavoro di alcuni volontari che promuovo l'adozione.
Una possibile soluzione passa sicuramente dalla pratica della sterilizzazione, argomento dalla difficile gestione e comprensione, ma che rappresenta, allo stato attuale delle cose, un passaggio forse fondamentale.
Ciò permetterebbe di limitare la riproduzione incontrollata ed esponenziale, e la sofferenza di tanti nuovi cuccioli.
Al tempo stesso serve capire se i canili sono davvero il luogo migliore dove i cani vanno confinati, tenendo conto che spesso questa soluzione corrisponde ad allontanare dagli occhi il problema, ma non a risolverlo, come se si volesse semplicemente nascondere la polvere sotto il tappeto.
Bisogna tenere inoltre conto anche che molti cani di proprietà, vengono lasciati liberi nelle campagne, e in quanto non sterilizzati, durante il periodo del calore, si riproducono liberamente, generando nuovi randagi.
Di chi è la responsabilità di questo fenomeno?
Lasciare la possibilità a cani di circolare liberamente, quando non rappresentano un pericolo per sé stessi e per gli altri, governando il problema della riproduzione incontrollata che acuisce l'emergenza, e potenziare, ad ogni livello un sistema di adozione dei canili, che spesso custodiscono anche cani di razza abbandonati, è il primo passaggio.
Resta nel frattempo, al di là delle analisi e delle speculazioni, quella che potrebbe essere una problematica reale su Trebisacce, rispetto alla quale serve, indubbiamente, un intervento tempestivo e articolato, per evitare che il problema si acuisca, rendendolo di più complessa soluzione, come è avvenuto di realtà comunali dei territori limitrofi.
Facendo tesoro dalle dinamiche linguistiche orientali che utilizzano la parola “crisi” come sinonimo di opportunità, se la presenza del bocciolo del problema del randagismo a Trebisacce potrebbe essere una piccola crisi, può sicuramente diventare una grande opportunità per tutti coloro che vogliono contribuire a risolvere il problema, magari adottando un cane, che e resta il migliore regalo che un uomo o una donna possa fare a sé stesso... e al cane.