A Cariati il pallone rischia di diventare un ricordo: squadre sportive costrette a emigrare
In ogni città dovrebbe essere garantito un posto adatto a praticare lo sport che più si ama. Quanto sta accadendo a Cariati, invece, dimostra che non sempre è così e, che alle nostre latitudini, non è scontato avere neppure un campo da calcio
CARIATI - Tutti siamo consapevoli di quanto sia importante lo sport per i ragazzi e non solo. Veicola valori quali il rispetto, la collaborazione, l'integrazione, la disciplina, la costanza e molto altro. In ogni città dovrebbe essere garantito un posto adatto a praticare lo sport che più si ama. A Cariati, poi, il calcio non è solo uno sport ma - da sempre - è una fede, è un elemento essenziale della vita di ogni giorno. Tutti ricordano i campioni, più o meno noti, più o meno fortunati, ma sicuramente pieni e stracolmi di talento, che si sono formati sulle rive delle otto torri: da Ciccio Cozza a Vincenzo Tosto passando per Domenico Maietta per finire a Rocco Russo! Storie e patrimoni che rischiano di essere dimentica, perché quanto sta accadendo tra le mura fortificate bizantine ha dell'incredibile. A Cariati, infatti, non è scontato avere neppure un campo da calcio. Le squadre sportive della cittadella, infatti, sono costrette a giocare fuori paese a causa delle condizioni inadeguate dei campi di calcio locali.
A denunciare questa carenza è il Movimento politico Le Lampare Basso Jonio Cosentino che spiega: «Il campo del Rinacchio, storicamente rilevante per il calcio cariatese, è ormai da tempo non idoneo, abbandonato e privo degli interventi necessari per tornare agibile. Il campo del Varco, nonostante gli investimenti e i finanziamenti pubblici di centinaia di migliaia di euro, versa in condizioni pietose».
Così, con i campi da calcio inagibili, si crea un vero e proprio disagio che non incide solo a livello pratico ed economico, «ma tocca profondamente anche l'orgoglio di ogni giovane calciatore» spiegano Le Lampare. «Dover giocare le partite "casalinghe" in uno stadio lontano dal proprio paese priva questi ragazzi del senso di appartenenza e della gioia di rappresentare il proprio territorio davanti alla comunità. La frustrazione di non poter difendere i colori della propria squadra sul campo di casa rischia di spegnere la passione sportiva che anima tanti giovani».
L'appello è dunque lanciato a chi potrebbe far qualcosa per porre rimedio: «Da oltre 20 anni, la politica ha promesso sostegno alle società sportive che continuano a investire e a credere nello sviluppo del settore, ma troppo spesso queste promesse non sono state mantenute. La storia calcistica di Cariati testimonia la dedizione e l’impegno delle squadre locali, costrette oggi a cercare alternative fuori paese, con gravi ripercussioni per gli atleti e la comunità intera. La popolazione di Cariati esige risposte dall'amministrazione comunale».
Secondo il movimento politico, ci sono domande che non trovano ancora risposta: «Quali sono i piani futuri per risolvere questa annosa questione? Quali interventi sono previsti per garantire strutture sportive sicure e adeguate?».
«La comunità spera in soluzioni rapide ed efficaci per permettere alle squadre di tornare a giocare sul proprio territorio, per preservare la storia sportiva di Cariati e promuovere lo sport locale». Un appello che speriamo non venga ignorato.
A questo punto non resta che fare un appello al sindaco Cataldo Minò affinché metta mano subito, immediatamente alle strutture sportive cittadine perché così si rischia di disperdere un patrimonio di tradizioni e storia calcistica, che ha reso Cariati la Copacabana calcistica del Sud Italia!