Lotta e coraggio: quattro anni fa l'occupazione dell'ospedale Cosentino
Una manifestazione dall'animo popolare durata 8 mesi. Quei ragazzi ebbero due meriti: essere riusciti nell'intento di riottenere un maltolto e aver sdoganato oltre i confini del proprio paese il concetto di lotta per la rivendicazione di un diritto
CARIATI – Esattamente quattro anni fa, il 19 novembre 2020, nel pieno della seconda ondata pandemica, iniziò l’occupazione dell’ospedale di Cariati da parte dei Comitati civici, con a capo il Movimento de Le Lampare. Un’azione forte, un’azione simbolica, un’azione resistente e resiliente da parte di una comunità che nel momento di più grande pressione sociale e sanitaria, volle alzare forte la voce del dissenso e della consapevolezza, rivolta a quanti avevano in mano le sorti della sanità calabrese. Era già incomprensibile prima della pandemia che un territorio nevralgico e di confine come il basso Jonio sibarita e le pendici della Sila Greca non avessero più un ospedale di riferimento; era diventata una situazione imbarazzante, invece, vedere in piena emergenza sanitaria un ospedale pronto ma chiuso.
Da qui la protesta, la rivendicazione, la forza di un popolo, quello cariatese, che davanti ai soprusi, soprattutto davanti ai soprusi contro il diritto alla salute, non si è mai arreso. E oggi, proprio a seguito di quella protesta, quella cittadina di 8mila anime ai margini della Calabria del nord-est può tornare a macinare speranze e riappropriarsi di un maltolto. Il 12 luglio 2023, infatti, proprio grazie a quella protesta eclatante di un gruppo di persone senza interessi se non quello del bene collettivo, che smosse le montagne, è arrivato il decreto di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale il “Vittorio Cosentino” di Cariati è ritornato ad essere, a distanza di 12 anni dalla sua chiusura, un punto di riferimento su cui programmare l’erogazione di servizi sanitari.
«Entrammo nell'ospedale – raccontano oggi Le Lampare, ripercorrendo le ore e i momenti di quel 19 novembre di quattro anni fa - occupammo un'ala in disuso che divenne simbolo di resistenza. Organizzammo i turni, coinvolgendo l'intera comunità in attività di sensibilizzazione e protesta. Da quella stanza siamo riusciti a raggiungere il mondo in un periodo tremendo per tutto il pianeta. Noi decidemmo di trasformare le paure individuali di quel periodo in coraggio collettivo».
Durante l'occupazione il movimento ricevette la vicinanza di tantissime personalità della politica, dello sport, della cultura e dell'informazione. «Gino Strada, fondatore di Emergency – ricordano ancora - espresse il desiderio di gestire l'ospedale e ci sostenne dall'inizio. La notizia della sua scomparsa fu, poi, per noi il momento più triste e difficile di questa vicenda».
Non solo Strada, ma anche Horacio Durán Vidal, fondatore degli Inti Illimani («che inviò, dal Cile, un video messaggio di sostegno»), il regista britannico Ken Loach e – non ultimo - Roger Waters, il leggendario leader dei Pink Floyd, che – dicono Le Lampare, senza dimenticare - ha giocato un ruolo significativo nella campagna per la riapertura dell'ospedale di Cariati. Durante un'intervista, Waters espresse il suo forte sostegno alla causa: «Questa vicenda mi fa venire in mente di prendere la macchina, andare a Cariati e stappare una bottiglia di vino con loro e aiutarli perché hanno bisogno di aiuto e stanno facendo una cosa sacrosanta». E poi l’appello: «Aprite l'ospedale Subito». E questo è servito a continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica, perché se quella battaglia che se fino a quel momento era ristretta nei piccoli confini territoriali di Cariati, da quel momento era diventata una vertenza di tutti.
I colloqui tra Roger Waters e gli occupanti sono continuati nel tempo e pubblicamente ci sono state iniziative in collegamento a Roma e Milano, mentre durante il concerto a Bologna, nel 2023, c'è stato l'incontro. Non solo, quell’occupazione paesana, quasi casalinga ma con l’animo delle occupazioni operaie di metà 900, diventò oggetto di studio in università italiane e inglesi e fu seguita dai media nazionali ed europei. Il giro si allargò e la solidarietà internazionale arrivò da ogni parte del mondo: dagli Stati Uniti all’Argentina e dalla Turchia ma soprattutto arrivò la solidarietà della Calabria, della terra amara e vissuta troppo spesso disattenta a quello che avviene all’interno delle sue coste.
Decreto di apertura:
Il 12 luglio 2023 – dicevamo - il decreto di riapertura del Vittorio Cosentino fu ufficializzato. Il presidente della Regione e commissario straordinario alla Sanità, Roberto Occhiuto, vara il nuovo Piano della Rete ospedaliera regionale e da quel momento la sede del Cosentino ritorna tra le griglie di distribuzione di reparti e servizi. L’ospedale che sorge a ridosso delle 8 torri bizantine avrà un pronto soccorso e nuovi servizi come un reparto di Medicina generale, day surgery, cardiologia, gastroenterologia, oncologia e un centro di riabilitazione per le malattie di Parkinson e Alzheimer.
Prospettive e certezze
«È fondamentale che la comunità non dimentichi tutto ciò, per difendere i risultati raggiunti e continuare a lottare per il diritto alla salute che in questo territorio manca». E questo il monito e il messaggio che oggi mandano i giovani de Le Lampare. «Gli anni che verranno – aggiungono - si presentano ancora più difficili per il Servizio Sanitario Nazionale. A Cariati, mentre proseguono i lavori di ristrutturazione, come nel caso del futuro reparto di medicina, si è attualmente in attesa della pubblicazione del nuovo atto aziendale da parte di Asp di Cosenza che stabilirà il fabbisogno di personale necessario. Si continuano a registrare gravi inadempienze da parte di Regione Calabria e l' azienda sanitaria provinciale, sia in considerazione dell'avanzamento dei lavori che per quanto riguarda nell'erogazione dei servizi».
Ma nel mentre bisogna tenere alta l’attenzione, questa comunità è chiamata a non dimenticare la storia di questo gesto di consapevolezza, partecipazione e di eroismo dei giorni nostri: «Cariati, con le sue istituzioni e i suoi cittadini – sottolineano - dovrebbe ricordare Gino Strada per il suo impegno in questa vicenda, dedicandogli una via cittadina o un luogo pubblico importante. In questo periodo nefasto di guerre e violenza questa decisione potrebbe avere ancora maggiore importanza e significato, soprattutto per le nuove generazioni. Sarebbe, inoltre, doveroso proporre a Roger Waters la cittadinanza onoraria del Comune di Cariati, in segno di riconoscimento per il suo sostegno. Noi già sappiamo che ne sarebbe felice...».
Oggi intanto si celebrano, insieme, la ricorrenza di una lotta giovane ed un seme di speranza, quello che ci fa pensare – in fondo – che in questo territorio non siamo ancora morti. E soprattutto, non sono morti i giovani. Dal “paese dove hanno occupato l’ospedale” è tutto… per il momento