4 ore fa:Alta velocità, chiesto un incontro urgente a Occhiuto che «non può decidere di "non decidere"»
5 ore fa:«Investire nell'aeroporto di Crotone per sviluppare collegamenti internazionali, specialmente con la Germania»
11 minuti fa:A Castrovillari arriva un importante evento regionale di Judo
1 ora fa:Studenti belgi in visita all'Associazione Matrangolo di Acquaformosa
2 ore fa:Centro Democratico: «Cassano ultima per reddito pro capite in provincia, la situazione è gravissima»
3 ore fa:Spopolamento, Rapani (FdI) sostiene un disegno legge per la valorizzazione dei borghi e dei centri storici
41 minuti fa:Ponte del primo maggio: tempo in graduale miglioramento sulla Calabria del nord-est
1 ora fa:Malattie croniche e alimentazione: cambiare abitudini è il primo passo per condurre una vita sana
4 ore fa:Il rossanese Domenico Tedesco sarà premiato dall'associazione Peter Pan
6 ore fa:All'Unical la presentazione del libro “La responsabilità disattesa”

Terzo Megalotto, una disputa tra aziende mette alla porta 28 lavoratori

2 minuti di lettura

VILLAPIANA – A pagare è sempre l’anello debole della catena. Ed è quello che in queste ore sta succedendo sui cantieri del Terzo Megalotto, il più grande ad oggi operativo in Italia, per la realizzazione della grande opera stradale tra Sibari e Roseto, in ricongiungimento del corridoio Adriatico-Jonio-Tirreno. Una controversia nata tra il Contraente Generale dell’opera, Sirjo Webuild e una delle società appaltatrici, la Geoserving Srl di Frosinone che si occupa di effettuare analisi strutturali, rischia di mandare a casa 28 lavoratori incolpevoli, che due giorni fa si sono visti recapitare, dalla sera alla mattina, una lettera di trasferimento immediato presso altra sede, in Lazio.  

Dalle ricostruzioni fatte dalla Cgil, che stamani ha organizzato un sit-in di protesta davanti ai cancelli della sede direzionale del cantiere, a Villapiana, viene fuori che nei giorni scorsi Anas Spa, appaltatrice dei 38 km di nuova strada, ha effettuato delle analisi strutturali a campione sulla galleria Trebisacce e la risultanza di queste verifiche pare abbia dato esito totalmente diverso da quello che, invece, avrebbe fornito la Geoserving allo stesso Contraente Generale.

Per meglio intendere la questione, si tratta delle analisi che consentono di capire la qualità dei terreni e delle infrastrutture che di volta in volta vengono realizzate. Dunque, si tratta di un passaggio essenziale per garantire la sicurezza dell’opera sul quale e, pertanto, non ci può essere alcun margine d’errore.  

Da qui l’inghippo che, con l’attivazione immediata delle clausole di salvaguardia, ha portato Sirjo Webuild a rescindere immediatamente il contratto con la società laziale e, di conseguenza, i dipendenti assunti dall’azienda ad essere trasferiti immediatamente nella sede centrale nel frusinate.

«Siamo qui – spiega il segretario generale della Cgil Tirreno-Pollino-Sibaritide, Giuseppe Guido – per tutelare il sacrosanto diritto all’occupazione di queste persone che si sono ritrovati ad essere sbattuti fuori dal loro luogo di lavoro per controversie legali e amministrative che non hanno nulla a che vedere con la loro condotta». «Se c’è un problema oggi – precisa ancora il segretario generale di Filcams Cgil, Andrea Ferrone – tra Anas, il Contraente Generale e la società di servizi che si risolva tra loro, senza intaccare gli equilibri lavorativi di persone che da questa occupazione trovano la loro unica fonte di sostentamento».

Poi l’ulteriore precisazione di Ferrone: «Non siamo difronte ad un licenziamento – dice – ma ad un trasferimento impossibile. Perché a queste 28 persone è stato chiesto di trasferirsi immediatamente a San Vittore in provincia di Frosinone, nella sede centrale dell’azienda, con la stessa formula stipendiale e senza vitto e alloggio». È chiaro che l’azienda vuole far leva sulla desistenza dei dipendenti affinché si auto-licenzino.

C’è, però, un’altra partita che la Cgil vorrà giocare nelle prossime ore. Sirjo Webuild, infatti, avrebbe già attivato un nuovo contratto (il condizionale è d’obbligo dal momento che non c’è alcuna ufficialità) con una società per coprire il servizio di laboratorio strutturale (pare si tratti della Secotec di Milano). E pare che questa nuova impresa dovrà essere operativa già dal prossimo giovedì. «E noi saremo qui – dice Ferrone – perché avvieremo da subito la contrattazione con la nuova società appaltatrice affinché assorba tutto e per intero il personale della Geoserving che oggi – sottolinea e conclude – si trova ad essere di fatto esodato senza una giusta causa». È scontato, dunque, che la vertenza di questi lavoratori andrà avanti ad oltranza.      

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.