La Calabria inizia a fare lobbying a Bruxelles, la missione di Occhiuto è una storica inversione di tendenza
Otto Torri: «Ci sembra la strada giusta per la nostra Regione che può e deve ripensare con orgoglio e prospettive radicalmente nuove la propria identità»
CORIGLIANO-ROSSANO – «Finalmente la Calabria inizia a fare lobbying istituzionale a Bruxelles e ad investire seriamente e con una consapevolezza fino ad oggi rimasta debole o inesistente sulla ricerca, sul rafforzamento, sulla tenuta e quindi sulla utilità di relazioni di informazione e di approfondimento, meglio se preventivo, sui contenuti, sulle strategie e sulle procedure relative alle ingenti risorse comunitarie a diposizione delle regioni».
È quanto sostiene il Comitato Direttivo di Otto Torri sullo Jonio, associazione europea che dal 1997 ha fatto della necessità delle attività di lobbying nelle istituzioni comunitarie una delle chiavi di lettura del proprio impegno culturale e sociale, esprimendo soddisfazione per quella che si appresta ad essere, da quanto si apprende, soltanto la prima di una serie di missioni a Bruxelles del neo Presidente della Giunta Regionale Roberto Occhiuto.
Per l'associazione che in questi 25 anni è stata promotrice tra gli altri eventi dell'Euromed Meeting, la più grande scuola estiva in management dell'identità mai organizzata in Calabria, «si è con ogni evidenza di fronte all'avvio di una inversione di tendenza che, se proseguita con determinazione, se accompagnata dalle necessarie esperienze professionali e se rafforzata elevando continuamente livello e peso specifico di tutti i potenziali destinatari di attenzione, potrà rappresentare l'inizio di una nuova epoca per lo sviluppo ed il riposizionamento strategici della regione nel quadro di tutte le programmazioni e risorse europee».
«Per decenni – continua Otto Torri sullo Jonio – uno dei punti chiave della narrazione territoriale del nostro impegno europeo, spesso titolo e tema esplicito di eventi e manifestazioni pubblici, è stato inequivocabile: non si decide a Roma o a Catanzaro, ma a Bruxelles! E con questa, che non era e non è una provocazione, ma la fotografia del peso e dell'influenza progressivamente assunta dalle decisioni comunitarie tanto nelle normative quanto negli indirizzi di sviluppo delle economie nazionali e regionali, ci siamo sempre sforzati di provocare istituzioni, dibattito ed opinione pubblica locali rispetto alla necessità di spostare l'agenda e l'attenzione politica ed istituzionale, regionale e degli enti locali, nelle sedi e negli uffici europei. E lo abbiamo scritto, detto e fatto, dal primo grande evento regionale sull'abuso dei fondi strutturali organizzato nel 2003 fino alla posizione critica pubblicamente assunta nel 2018 sulla genesi e sulle conseguenze delle restrizioni comunitarie in tema di pesca e commercializzazione della nostra sardella, indicando nella cronica mancanza di adeguata presenza, rappresentanza e protagonismo della classe politica regionale nelle sedi decisionali europee la causa delle cause di tutti i ritardi di sviluppo e del fallimento locale delle politiche e degli importanti finanziamenti comunitari, sistematicamente vanificati o peggio restituiti».
«È esattamente per queste ragioni – continuano - che apprezziamo oggi le dichiarazioni programmatiche del Presidente Occhiuto rilasciate in vista di questa prima missione a Bruxelles: far seguire ad una Calabria che vuole essere protagonista la scia di quelli che sono i modelli relazionali dell'Unione Europea; saper apprendere ed includere nei propri modelli gestionali le migliori prassi ed esperienze delle altre regioni come via d'uscita salvifica per una terra che ha qualche problema; ambire a rivendicare finalmente un ruolo primario nello scenario dello sviluppo del Sud dell'Italia e nel Mediterraneo».
«Questa intrapresa con convinzione dal Presidente Occhiuto con il quale ci complimentiamo – conclude Otto Torri sullo Jonio – ci sembra la strada giusta per la Calabria che può e deve ripensare con orgoglio e prospettive radicalmente nuove la propria identità come chiave di lettura e di rottura del proprio ruolo autonomo di Sud Meridiano nell'architettura e costruzione europea ed euro-mediterranea».