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Co-Ro, crisi a un bivio: ecco tutte le strade di Stasi e nessuna torna indietro

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CORIGLIANO-ROSSANO – Nessuno ha il coraggio (e la forza) di mandare a casa Flavio Stasi. È così, senza troppi giri di parole. La crisi politica che è piombata d’un tratto sulla maggioranza che regge in piedi l’amministrazione comunale sembra essere arrivata a un bivio e tutte le strade portano verso nuovi equilibri che consentirebbero alla coalizione civica di continuare a governare.

Nessuno lo avrebbe mai detto ma per il primo cittadino si sono aperte più strade per rimettere in sesto ed in equilibrio la squadra di governo. E, sorpresa nella sorpresa, nessuna di queste fa inversioni a U.

Infatti, non ci sarebbe – e non sarebbe nemmeno stato cercato - alcun dialogo con i dissidenti di Corigliano Rossano Domani, soprattutto con i tre consiglieri comunali Mattia Salimbeni, Rocco Leonardo Gammetta e Antonio Cassano e con i due loro rappresentanti in giunta: il vicesindaco Claudio Malavolta e l’assessore al Bilancio Giovanni Palermo. Anzi, se il quadro politico che si sta delineando nelle ultime ore dovesse prendere forma, per loro l’insurrezione contro Stasi potrebbe rivelarsi una vera e propria Waterloo: una disfatta totale.

Anche perché il quarto tra i consiglieri comunali insorti e non appartenente al gruppo di Corigliano Rossano Domani, Piersalvino De Gaetano, sarebbe rientrato anzitempo nei ranghi della maggioranza, cedendo all’ultimo “avvertimento” di Flavio Stasi che ci sarebbe stato nella serata di lunedì scorso ai margini dell’ultimo consiglio comunale.

I numeri della Maggioranza

Aritmeticamente in questo momento il sindaco avrebbe i numeri per governare con una maggioranza slim (11 consiglieri, il presidente del Consiglio e lo stesso primo cittadino) a fronte di una opposizione corposissima e larghissima composta da ben 12 elementi ma insufficienti a mettere in difficoltà l’azione amministrativa. Ma potrebbe non fermarsi qui. Anche perché aleggerebbero altre ipotesi che potrebbero allargare le maglie della coalizione Stasi ma soprattutto restituire un quadro nuovo dell’esecutivo. Che passerebbe dalla sua conformazione civica originaria ad una più politica e partitica.

Pare, infatti, ci siano alcuni consiglieri (almeno un paio) della minoranza pronti a dare un sostegno esterno (“senza nulla a pretendere”) al primo cittadino, determinandosi di volta in volta rispetto agli argomenti e quindi – tradotto – a venire incontro alle esigenze della maggioranza in caso di difficoltà. Sono i cosiddetti “pompieri” di cui in passato i sindaci, sia di Corigliano che di Rossano, hanno ampiamente usufruito.  

La frontiera del centro sinistra con un Patto per la Città

Poi c’è un altro orizzonte più politico e concreto. Ed è quello di sottoscrivere un patto di legislatura per la città che potrebbe ridisegnare la cartina dell’emiciclo consiliare restituendo una maggioranza di centro-sinistra con all’interno tutte le anime popolari, democratiche, radicali e movimentiste. E su questo si sarebbe ritornati a lavorare da poche ore, dopo i tentativi dei mesi scorsi, ai piani più alti, addirittura nelle segreterie nazionali di qualche partito.  

Ovviamente si naviga nell’ambito delle ipotesi, delle congetture e forse anche delle fantasie. Una cosa, però, appare certa: la fatidica lettera di sfiducia al Sindaco, che in un primo momento sembrava potesse avere i numeri per essere passata alla firma del notaio, è abortita. Nessuno si è voluto assumere questa responsabilità. Nemmeno, dicevamo, il gruppo dei dissidenti di Corigliano Rossano Domani che invece nella tarda serata di ieri ha rilanciato sulla ormai nota questione del “bilancino”, ponendo un aut-aut a sindaco e maggioranza, invitandoli a ritornare a confrontarsi sui “temi cruciali” della città.

Il “Patto di Legislatura” di Corigliano Rossano Domani

Una lettera di quattro pagine, con l’esordio di “Caro Sindaco”, dove il movimento a cui afferiscono i tre consiglieri (Salimbeni, Cassano e Gammetta) oltre all’ormai ex vicesindaco Malavolta e all’ex assessore Palermo, mettono in chiaro le difficoltà della città. O sarebbe meglio dire, di una parte della città: quella coriglianese.

Chiede un Patto di Legislatura Corigliano Rossano Domani, ma con un forte torcicollo verso – appunto - la parte ausonica della terza città della Calabria. Nonostante nelle premesse della lunga missiva vengano richiamati più volte e in modo persistente i “valori della fusione” (quella sconosciuta!).

Si chiede, ad esempio, che vengano adottate nuove politiche ambientali per la differenziata così che Corigliano torni a pagare meno tasse sulla Tari; e si evidenzia come «nel settore “reti e manutenzione” sono in forze 63 dipendenti, cui solo 20 operatori nell’area urbana di Corigliano, fornendo un servizio pessimo» ai coriglianesi.

Si chiede una riorganizzazione degli uffici mettendo in evidenza come l’ufficio tecnico sia tutto sbilanciato su Rossano e nulla su Corigliano. Così come sarebbe sbilanciato, sempre su Rossano, la presenza di personale della Polizia municipale, lasciando scoperta – ad esempio – Schiavonea «che rappresenta l’area con più potenzialità di crescita dell’intera Città unica».

Ma Corigliano Rossano Domani, carica sulle responsabilità del sindaco anche la riorganizzazione degli ospedali spoke («in assoluto il punto più importante»). Riemerge, quasi in modo paradossale (e speriamo solo di aver letto male) la questione del Polo Covid «situato in concomitanza – si legge testualmente – con reparti molto delicati come nefrologia e oncologia». Piangere però “a babbo morto” una realtà creata male e gestita peggio è poco coerente soprattutto se la si è difesa fino all’altro ieri. Il Polo Covid poteva essere una grande opportunità per lo spoke cittadino se solo fossero state assunte le decisioni di coraggio che servivano. Come, appunto, la riorganizzazione dell’ospedale. Che ancora non avviene.

Ma se Atene piange, Sparta non ride

Insomma, una serie di criticità che ci sono e sono evidenti ma che eludono completamente l’altra parte della città, quella di Rossano e le sue periferie, che continuano a vivere situazioni di disagio silenziose. La vera chiave di lettura della lunghissima missiva al sindaco, però, è un'altra. Purtroppo, fino ad oggi, abbiamo avuto in capo (e forse abbiamo ancora) amministratori che in realtà di quel nobile e alto processo di fusione poco o nulla gli interessa.

Ognuno ragiona per compartimenti stagno. E non poca preoccupazione arriva dal fatto che proprio chi fino a ieri era l'assessore delegato alle politiche per la fusione abbia sottoscritto questo documento. Perché evidenzia come si abbia una visione parziale e totalmente distorta della grande terza città della Calabria. Se è vero che Atena piange - ed è innegabile - è altrettanto vero che Sparta non ride. Di questo, però, non si fa menzione. Anzi, si esasperano gli animi degli antifusionisti e si alimenta quella sfiducia verso una grande idea di Città di cui conosciamo tutti - e lo vediamo quotidianamente - le sue potenzialità. Sia chiaro, qui non ci sono aree della città privilegiate rispetto ad altre. La soma dei disagi la stanno portando tutti, indistintamente, dalla foce del Crati alla foce del Trionto, dal Baraccone a Sant'Onofrio. Ma se tutti con forza trovassimo la volontà di ripartire, senza campanilismi, forse potremmo sperare in un grande futuro. Ma per farlo serve brillantezza, coraggio, qualità, capacità e meno pessimistiche elucubrazioni.

 

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.