di SERAFINO CARUSO Turismo e cultura: binomio perfetto. Lo sosteniamo da sempre e lo ribadiamo ancora. Rossano è una città dal grande potenziale sia turistico che culturale. Che deve essere solo implementato. Dal centro storico, vera perla di tutta la Calabria, alla costa e al mare, dalla montagna ai beni architettonici e culturali. Tra cui il prezioso Codex Purpureus Rossanensis. Senza tralasciare l'enogastronomia e la tipica cucina riconosciuta a livello internazionale. Gli elementi primari per prendere il "volo" ci sono tutti. Quello che serve è una lungimirante programmazione a lungo termine. Cosa avviata dal Sindaco Stefano Mascaro attraverso le Giornate Fai, il gemellaggio culturale con Matera e altri importanti accordi in itinere. Intanto, da quando il Codex è ritornato nel rinnovato Museo Diocesano, registriamo ogni giorno l'arrivo di diversi autobus pieni di turisti nel centro storico. Chiaro segnale che qualcosa è cambiato. Anche grazie al Museo della liquirizia Amarelli, che è al secondo posto, per numero di visitatori, tra i musei aziendali italiani dopo quello della Ferrari.
I TOUR OPERATOR HANNO SCOPERTO LA PERLA BIZANTINA DEL SUD
Nell'ex piazzale Traforo, oggi piazzale Gaetano Noce, a ridosso dello storico quartiere Ciglio della Torre, ogni giorno arrivano almeno 4/5 autobus. Gite di scolaresche o di adulti. Alla scoperta del centro storico. Delle sue chiese, delle sue antiche porte, dei vecchi quartieri. Una volta arrivati ci si dirige, attraverso il traforo, verso il Museo Diocesano dove è custodito il prezioso evangelario. Visita alla Cattedrale, alla Panaghia, al Palazzo San Bernardino. Qualche guida, ogni tanto, arriva fino al chiesa di San Marco. Ma Rossano è molto di più. Al ritorno qualcuno, ogni tanto, si ferma allo storico Caffè Tagliaferri. E poi dritti di nuovo fino agli autobus per andare via. Raro che qualche carovana decida di fermarsi a pranzo o cena. Ed è un vero e proprio peccato. Perché ci sono alcune ottime trattorie che preparano le tipiche pietanze rossanesi.
CENTRO STORICO CON POCHI NEGOZI E SENZA SOUVENIR
Se non fosse per Renata Carbone e Danila Cerasoli, due abili artigiene della ceramica e della terracotta, non si vedrebbe un solo souvenir di Rossano in giro per il paese. Mancano proprio i negozi. Qualcosa del genere si trova presso un paio di edicole e al Museo Diocesano. Dove possiamo trovare anche cartoline e libri su Rossano. Ma immaginiamo come sarebbe il centro storico se vi fossero file di negozietti pieni di souvenir e oggetti richiamanti le bellezze della città e della Calabria. Possibile che non si pensi a questo? I giovani ci pensano. Ma sono pochi quelli che poi, alla fine, si attivano per fare qualcosa. Anche perché gli incentivi per aprire un'attività nel centro storico non sono tanti. Se non nulli.
ROSSANO IST SCHÖN
E proprio stamattina abbiamo incontrato due coppie di turisti tedeschi. Intenti a degustare le prelibatezze del Caffè Tagliaferri. Ci siamo avvicinati, incuriositi. Li abbiamo visti soddisfatti. "Vi piace Rossano?" gli abbiamo chiesto. E loro: "Rossano ist
schön!". Cioé: Rossano è bellissima! Ci hanno detto che sono rimasti impressionati dai bellissimi palazzi e dal clima. Oltre che dal Codex e dalla Cattedrale dell'Achiropita. Ma non avevano sacchettini con oggetti ricordo. Eppure, se ogni turista che arriva a Rossano potesse inviare anche solo una cartolina, sarebbe già un qualcosa di buono. Così come nel Piazzale Gaetano Noce sarebbe opportuno prevedere un punto di accoglienza e un punto ristoro. Oltre che dei gazebo carini da fittare alle aziende produttrici di olio e prodotti tipici rossanesi. Invece non si fa. E i turisti, se non fosse per le ottime guide del Museo, verrebbero lasciate al loro destino per il centro storico. Così come quelli che arrivano senza aver prenotato la visita al Museo stesso. Allora occorre fare subito una cosa: sedersi a tavolino, istituzioni e imprese, e programmare. Non c'è altra strada se non quella della programmazione a lungo termine. Rossano merita un turismo di alto livello. Lo dicono gli stessi visitatori. Salvo restare delusi per quello che poi è il contorno desolante a un patrimonio di inestimabile valore.
